Sentiero del Centenario
- 21-07-2019
Descrizione escursione :
Ci sono momenti in cui devi scegliere con calma e allo stesso tempo con grande determinazione. Noi nell’affrontare questa escursione abbiamo proprio fatto questo, pianificando e studiando appieno la gestione pratica della traversata e avendo cuore ed anima per sottoporsi a tale impegno, insieme alla solita componente di amicizia e amore per la montagna e la natura che ci rende sempre più schiavi. Siamo nel parco nazionale del Gran Sasso ed oggi le premesse per gestire uno storico itinerario della catena orientale ci sono tutte. Il Sentiero del Centenario è di quelli che vengono fatti almeno una volta nella vita e che lascia nella memoria ricordi unici e indelebili. Inaugurato per i cento anni della fondazione della sezione del Cai dell’Aquila (1874/1974), questo itinerario alpinistico offre una visione fantastica delle montagne circostanti e un notevole impatto fisico e psicologico per chi va ad affrontarlo. Noi abbiamo cercato la forza proprio dalla stessa montagna e in essa abbiamo dormito per partire alle prime ore dell’alba. La sera prima si ha sempre lo stupore e la trepidazione sul da farsi e si osserva attentamente lo spettacolo del tramonto e l’impresa del giorno successivo. Il nostro campo, posizionato nei pressi del Vado di Corno è stato semplice ed efficace, dato che con rapidità lo abbiamo smontato senza perdere altro tempo. Il cielo è sereno e le aspettative sono altissime legate ad un filo di agitazione. Il nostro gruppo oggi è composto da 7 unità (6+1, considerando sempre il piccolo Alessio) legati sempre dalle stesse passioni e convinti ad impegnare questo stupendo itinerario. Ore 5.30 AM e si parte… con i primi passi sorge prepotentemente anche il sole che illumina con grande visione tutto il corpo del massiccio centrale. Gli sguardi si perdono ovunque e forse i primi istanti restiamo un po’ attoniti ad ammirare tale spettacolo. Siamo al Vado di Corno a quota 1924 Mt s.l.m. con appena 20 minuti e dopo veduta la famosa targa che identifica l’inizio del sentiero, continuiamo la nostra marcia. Stiamo attraversando una storica via e ad ogni passo maggiormente ce ne rendiamo conto. Avanziamo decisi e la prima vetta che ci accoglie e quella di Pizzo San Gabriele 2014 Mt s.l.m. che non è proprio sul sentiero classico, ma decidiamo ugualmente di vederla. Torniamo sulla retta via è continuiamo senza impedimenti. La strada si fa più tortuosa e detritica e un’importante pettata ci fa arrivare rapidi alla cima del monte Brancastello 2385 Mt s.l.m. con 2 ore. Altra targa storica e vetta dalle lunghe vedute sulla via ancora da affrontare. Scendiamo dal filo di cresta e arriviamo al Vado di Piaverano 2281 Mt s.l.m. Piccola sosta e preparazione per affrontare i primi tratti attrezzati sotto le Torri di Casanova. Due scalette alternate a corde fisse identificano la via da seguire. La situazione inizia ad essere più alpinistica e i tratti non sono in perfette condizioni. Arrivati al cocuzzolo sopra le Torri, scendiamo assicurati ad una corda non proprio di ultima generazione. Decisi e accorti, arriviamo alle Torri di Casanova. Continuiamo senza grossi intoppi, ma già abbastanza adrenalinici dopo aver toccato con mano le prime rocce. Scendiamo verso forchetta di Santa Colomba 2245 Mt s.l.m. con l’ausilio di altre corde fisse, questa volta ancora ben ancorate alla parete. Qui siamo sotto il monte Infornace e a ridosso del Prena. Il lavoro è sempre più alpinistico e forse il più delicato. La cengia che ci apprestiamo a salire è veramente ostica, ed occorre fare molta attenzione su come arrampicare, senza imbattersi in spiacevoli situazioni. Ripide e taglienti le rocce in questo punto ci mettono veramente alla prova e naturalmente con la massima prudenza ci prendiamo tutto il tempo necessario. Altri sali e scendi che richiedono ulteriori energie e siamo in vetta al Monte Prena 2651 Mt s.l.m. Piccola e meritata pausa su una cima veramente complessa e affascinante allo stesso tempo. Concretizziamo che stiamo viaggiando verso la fine e dopo aver ripreso un po’ di forze siamo nuovamente in marcia. Scendiamo quindi per la via normale verso l’ultima risalita che ci condurrà in direzione del monte Camicia. La discesa è ripida e non del tutto semplice, dato che le rocce in questo punto sgretolano con estrema facilità. Arriviamo alla sella del Vado di Ferruccio e qui l’imponente parete da scalare ci si pone davanti. Siamo già alla nona ora di cammino e il pensiero è sempre rivolto verso la fine. Armati di coraggio e volontà partiamo all’attacco del primo canalino. Anche qui le difficoltà sono rilevanti e le rocce si ‘sfasciano’ sotto i nostri scarponi quasi di continuo. Un passo dopo l’altro è superiamo il primo canale e ancora più avanti percorriamo una risalita ghiaiosa verso la cresta. La vetta ora è a vista, facendo così allargare le nostre vedute e liberare i nostri cuori. È fatta…Il Monte Camicia 2564 Mt s.l.m. chiude un itinerario di vette storico. Rimaniamo fermi ed immobili per qualche istante, scoprendo ancora una volta la bellezza delle montagne che ci circondano, ma che ci accolgono sempre con grande rispetto reciproco. Ancora forse non stiamo capendo cosa stia succedendo e ciò che abbiamo realizzato. Solo guardando a ritroso e osservando l’immensità della catena orientale, capitalizziamo il nostro risultato. Comunque il tempo non ci attende neanche oggi ed il meteo in vetta sembra proprio dirci che è meglio iniziare la discesa. Senza esitazione alcuna, ci rimettiamo in cammino e con un’ora abbondante siamo al parcheggio di Fonte Vetica per riabbracciare coloro che ci attendevano impazienti e concludere così il sentiero del Centenario pieni di gioia e soddisfazione, convinti di aver realizzato, più che mai, qualcosa di importante.
Dati escursione:
Traccia Gps tramite Wikiloc: Sentiero del Centenario
Punto di inizio escursione:
- Lunghezza complessiva: Km 19
- Tempo di percorrenza: 12 ore
- Quota partenza: Mt 1924
- Quota Arrivo: Mt 2014/2385/2327/2362/2426/2561/2564
- Grado escursione: EEA
- Dislivello Salita: Mt 1720
- Dislivello Discesa: Mt 1835
- Previsione meteo: Cielo sereno e terso in assenza di vento per la completa durata dell’escursione.
Foto