Da Prati di Tivo alla “Punta dei Due” Corno Piccolo
- 21-08-2022
Descrizione escursione:
La montagna parte di noi stessi e simbolo di molte sfaccettature dell’essere umano, dove proprio ogni individuo racchiude il vero significato della parola vita. Proprio nell’andare tra le montagne e vivendo certe esperienze si innescano meccanismi talmente complessi che talvolta descrivere tutto ciò a parole è tremendamente difficile. Ogni avventura porta e lascia dentro di noi ricordi, storie e fatti spesso inediti. Vivendo la montagna si conoscono persone, si scoprono luoghi e si imparano tecniche che aumentano le aspettative e fanno viaggiare l’immaginazione ad un punto tale che i sogni possano combaciare con la pura realtà. Per noi, in questa giornata, la rappresentazione di tutto questo è stata toccata con mano, vissuta dal profondo e soprattutto rimasta nel cuore e nell’anima. L’alpinismo è sensibilmente parte di noi e viverlo sul serio ti immerge nel pieno contesto delle montagne, dove da semplici appassionati ci si trasforma in un qualcosa di più. Miglior ambiente in zona per sviluppare tale disciplina è senza nessun dubbio il Gran Sasso e proprio qui, oggi, abbiamo deciso di “alzare” quell’asticella immaginaria della nostra passione. Per da vita ad un sogno occorrono voglia, ambizione e soprattutto le persone giuste. La voglia e l’ambizione sono parte della nostra vita e forse le impieghiamo in molti stralci di essa, ma le persone, coloro che fanno la differenza, quelle le devi cercare e trovare ed essere fortunati a creare quel legame particolare che è alla base dello stare insieme in montagna, quel connubio che in certe situazioni combacia tra il vivere o il morire. Negli anni e con le tante esperienze vissute insieme, tale legame si è rafforzato consolidando le amicizie e rendendo il rapporto tra noi sempre più coeso. Nel gruppo il mentore che guida la parte alpinistica non ha bisogno di presentazioni, dato che nelle altre avventure di questo livello ci ha sempre condotto con amicizia, maestria e consapevolezza di cosa realmente stesse accadendo. Per il resto, nella compagnia di oggi, troviamo due giovani e determinati “alpinisti” che, a loro modo e con la loro esperienza, vogliono godersi spensieratamente questa fantastica avventura. Pianificato da tempo, questo itinerario ci suscitava da sempre grande ammirazione e soprattutto voglia di vedere tale ambiente. La “Punta dei Due”, nel contesto delle Fiamme di Pietra del Corno Piccolo è la cima over duemila più alpinistica dell’intero comprensorio dell’appennino centrale, forse non la più complessa come avvicinamento e visione complessiva della cima come il “Tempio” o il “Dente del Lupo” ( Da Fonte Vetica al Dente del Lupo ), ma certamente la più tecnica dal punto di vista vero e proprio a livello alpinistico.
Il nome di questa vetta celebra un’amicizia, quella tra il teramano Bruno Marsili, medico condotto di Pietracamela, e l’aquilano Mimì D’Armi, uno dei più grandi alpinisti aquilani, che il 29 luglio 1932 la salirono insieme la prima volta. Due anni dopo, in una memorabile ascesa che ha fatto la storia dell’alpinismo del Gran Sasso, questa vetta consacra un altro sodalizio quello tra Giusto Gervasutti, meglio conosciuto come Il Fortissimo e Aldo Bonacossa, che il 2 ottobre 1934 superando lo sperone sud della Punta dei Due e scrivono sulla relazione “difficoltà 5° grado, al terzo chiodo un passaggio di 6°” Queste guglie del versante Sud del Corno Piccolo, trascurate dai primi grandi pionieri del Gran Sasso, sono state la grande passione di Bruno Marsili che infine, con una geniale intuizione, le volle chiamare “Le Fiamme di Pietra”. È sua anche la l’intitolazione dell’altro bellissimo torrione delle Fiamme di Pietra, il Campanile Livia. Nella prima salita del 23 agosto 1943 l’aveva intitolata “Punta Bianca”, poi l’anno successivo mentre era a L’Aquila per il sevizio militare conobbe Andrea Bafile e così decisero di ripetere la salita per intitolare la vetta alla giovane alpinista romana Livia Garbrecht morta sul Torrione Cambi l’anno precedente, il 27 giugno 1943 (sull’alpinista ha scritto un libro Paolo Stern 2020). Erano anni di guerra, da mesi non si arrampicava, finché il 10 ottobre 1944, i due si incontrarono a Sella dei due Corni, Marsili essendo in licenza, era partito da Pietracamela, e la salita cementò un’altra amicizia. Forse fu anche un passaggio di testimone del più anziano Bruno Marsili (1908-2006)) al più giovane Bafile (1923-2009) che poi diventerà il maggiore protagonista delle fiamme di Pietra almeno fino a di Pasquale Iannetti.
Proprio qui oggi ci siamo regalati un sogno! Partiti da casa non molto presto, a differenza del solito, arriviamo al parcheggio di Prati di Tivo con il sole già alto. In questa occasione “sfrutteremo” l’ovovia fino alla Madonnina, quindi non era il caso di anticipare troppo la partenza dato che la stessa prima delle ore 8.00 non effettua la prima corsa di salita. Ci prepariamo a dovere, controllando i materiali e distribuendo bene i carichi. Essendo in quattro le due mezze corde e la “ferraglia” in generale non dovrà mancare. Saliremo due a due. Oggi il Gran Sasso è molto affollato, tipico dei mesi estivi, e ci districhiamo un po’ per trovare una corsa libera per la salita. Naturalmente non mancano gli incontri tra montanari e proprio qui intravediamo Francesco del Club2000m con i figli che stanno salendo per un’escursione al Rifugio Franchetti e il Ghiacciaio del Calderone. Saliamo insieme nell’ovovia, scambiando piacevolmente due chiacchere e scattando alcune foto del piacevole incontro. Arrivati alla Madonnina ci congediamo da loro salutandoci a dovere, con la sempre presente voglia di fare qualcosa insieme. Si parte…prima destinazione il rifugio Franchetti! Saliamo sul classico ed evidente sentiero Cai N°103 trascurando a destra il sentiero attrezzato Pier Paolo Ventricini Cai N°105 entrando nella Valle delle Cornacchie e superando il Passo delle Scalette. Dopo circa 20 minuti arriviamo al delicato passaggio esposto ad Est ma facilitato da una lunga corda fissa d’acciaio. Il solito ambiente del Gran Sasso ci affascina ogni qual volta torniamo a metterci il piede. Salendo osserviamo da vicino lo “Sperone Franchetti”, notando lo splendido lavoro svolto per attrezzare la parete rocciosa posta proprio ai piedi del rifugio. Ripreso il sentiero con una serie numerosa di tornanti arriviamo finalmente al Rifugio Carlo Franchetti Mt. 2433 s.l.m. in 1,15 ore. Piccola pausa per reintegrarci un minimo e riprendiamo la salita in direzione Sud puntando la Sella dei Due Corni Mt. 2547 s.l.m. che raggiungiamo in circa 20 minuti. Fermi sulla sella ammiriamo finalmente in piena forma il complesso delle Fiamme di Pietra e il monolitico sperone della Punta dei Due. Al solo guardare tale scenario sentiamo salire la giusta dose di adrenalina, che di certo ci aiuterà a compiere la via con più determinazione. Qui i sentieri si intrecciano e lasciando il Cai N°103 che conduce al Corno grande per la via normale, scendiamo verso la Valle dei Ginepri prendendo la parte alta del sentiero Cai N°105 fino a quasi l’attacco della ferrata Brizio ( Da Campo Imperatore per anello Vetta Orientale (Ferrata Ricci-Brizio ). Una decina di metri prima dell’incrocio con il sentiero che interseca la ferrata Brizio, prendiamo a destra un facile sentierino, tra rocce e detriti, arrivando alla base del camino che coincide con l’attacco della via stessa. Siamo giunti per iniziare la nostra via di salita che con quattro tiri ci condurrà direttamente in vetta alla Punta dei Due Mt. 2608 s.l.m. Impiegheremo tre ore per sviluppare la via, anche godendoci appieno il paesaggio e le stupende sensazioni che solo certe esperienze possono regalare. Dalla vetta, con la meraviglia negli occhi e lo stupore nell’anima di tutti e quattro, iniziamo a preparare le doppie per scendere sul versante ad Est, quello rivolto verso il Rifugio Franchetti. Effettueremo due doppie per giungere alla base del sentiero, leggermente sotto la Sella dei Due Corni. Rientrati sul sentiero Cai N°103 non ci resta solo che il trasferimento finale verso il rifugio prima e l’ovovia poi per consacrare così un’immensa giornata di alta montagna. Impatto, magnificenza ed emozioni uniche, unite ad amicizia, rispetto e passione è ciò che ci portiamo dietro da ogni esperienza vissuta in montagna, ma forse le parole non bastano mai per descrivere i sentimenti provati.
Quest’oggi scriviamo un’altra storia dell’alpinismo appenninico, che più che mai ci lega gl’uni con gli altri, scoprendo e facendo sempre più significative esperienze. Oggi Alessio, come lo chiamano in Appennino “Il Ragazzo dei 2000”, è il più giovane in assoluto a salire tutte le cime del Gran Sasso over Duemila alpinistiche ed escursionistiche. Forse i numeri non servono, ma per un ragazzo che vive di sogni e passioni, gli obiettivi e le ambizioni sono una componente importante (non fondamentale) della sua crescita in montagna come nella vita. Bravissimo!!!
Relazione Tecnica Punta dei Due:
Dati tecnici
- Sviluppo: 150 m circa
- Difficoltà: III/IV+
- Difficoltà obbligatoria: IV+
- Impegno: R1/II
- Esposizione: Ovest
- Materiale necessario: normale dotazione alpinistica (cordini/nuts/friends). Due Mezze corde da 60M – Soste in loco.
Dati escursione:
Traccia Gps tramite Wikiloc: Da Prati di Tivo alla “Punta dei Due” Corno Piccolo
Punto di inizio escursione:
- Lunghezza complessiva: 3.1 Km (Dalla Madonnina all’attacco della via)
- Tempo di percorrenza: 5/6 ore
- Quota partenza: Mt 2000
- Quota Arrivo: Mt 2608
- Grado escursione per avvicinamento: E
- Dislivello Salita: Mt 550
- Dislivello Discesa: Mt 550
- Previsione meteo: Cielo in prevalenza buono con nubi sparse e assenza di vento.